Infine, il sorteggio è fatto e spolverato; e dopo due settimane che hanno visto il più sorprendente degli sconvolgimenti, la normalità ha prevalso e abbiamo le prime due teste di serie nella finale del singolare maschile: Novak Djokovic e Andy Murray.
Djokovic ha superato la dura sfida dell'argentino Juan Martin Del Potro in cinque estenuanti set in quella che è stata la semifinale di Wimbledon più lunga di sempre. Murray, invece, si è ripreso dopo un primo singhiozzo battendo in quattro set il polacco Jankowicz. Entrambi gli uomini hanno raggiunto la finale per la seconda volta nella loro carriera: Djokovic è stato finalista e vincitore finale nel 2011, mentre Murray è stato sconfitto l'anno scorso.
C'è molto in gioco qui. È più di un campionato per entrambi questi giocatori. Per la testa di serie Novak Djokovic, è un'occasione per vincere il suo secondo titolo a Wimbledon e il suo settimo Grande Slam in generale, e, nel frattempo, consolidare la sua presa sulla classifica mondiale n. Anche se Djokovic è di livello mondiale, per un fan di tennis medio, non viene mai menzionato contemporaneamente a due grandi del suo tempo: Federer e Nadal.
Una seconda vittoria qui lo renderà sicuramente un nome familiare e farà molto per cambiare quella percezione. La vittoria qui porterà il bottino di Slam di Djokovic a sette – solo uno dietro a grandi come Andre Aggassi, Ivan Lendl, Jimmy Connors; e pari a campioni come John McEnroe e Mats Wilander.
Il suo avversario Andy Murray ha molto da fare in questa finale. Dopo aver perso in finale contro Roger Federer lo scorso anno, Murray cercherà sicuramente di fare ammenda questa volta.
Il nazionale britannico ha le aspettative di una nazione e questa volta non vorrà deludere il pubblico di casa. Una vittoria qui non solo lo vedrà incoronato campione per la prima volta, ma darà anche alla Gran Bretagna il suo primo campione di Wimbledon maschile in 77 anni. Avendo vinto gli US Open l'anno scorso, Murray è molto favorito per vincere il campionato questa volta.
Lo stesso Murray deve dimostrare al mondo che la sua vittoria agli US Open non è stata un caso. Murray è determinato a tirare fuori l'ombra di Federer, Nadal e del suo avversario in finale Novak Djokovic, che hanno condiviso quasi tutti i Grandi Slam negli ultimi 7-8 anni.
Con così tanta corsa alla finale, non rimane una partita; è una battaglia per la supremazia, una battaglia per il diritto di essere chiamati campioni.
Vieni domani, sapremo il cui nome sarà iscritto nella lista dei vincitori all'All England Club; ma considerando la posta in gioco per entrambi questi giocatori, sarà una battaglia e un piacere per gli amanti del tennis.